Ricordate Wuer Kaixi,uno dei leader degli studenti della protesta cinese che culminò nella sanguinosa repressione del maggio 1989 di Tien An men? Kaixi nel 2011 fu protagonista di due incontri organizzati dal Comune di Auronzo, nelle rassegne “Auronzo Attualità” e “Il Mondo è vostro potete cambiarlo”,quando raccontò la sua commovente storia di esiliato, visto che da 24 anni non può ritornare in Cina e da allora non riabbraccia i suoi genitori.

Dalla sua visita è scaturito anche un bel legame di amicizia con l’ex assessore alla cultura Tatiana Pais Becher che l’anno scorso lo ha accompagnato a Dublino all’evento Electric Burma, durante il quale Bono ha consegnato il premio Award of Conscience di Amnesty a Aung San Suu Kyi, dove Kaixi ha avuto la possibilità di raccontare la sua storia tenendo un discorso davanti a personaggi del calibro dei Nobel Suu Kyi e Seamus Heaney, degli artisti irlandesi Bono, Bob Geldof, Liam O’Maonlai.

Pochi giorni fa Kaixi ha partecipato da protagonista alla XX° edizione della Marcia per la Giustizia di Agliana-Quarrata in Toscana, accompagnato dall’amica Tatiana che ha collaborato con gli organizzatori all’evento. Kaixi e Tatiana hanno marciato insieme a migliaia di persone in nome della giustizia, della pace, dei diritti umani ed ha avuto l’onore di salire sul palco a portare la sua testimonianza insieme a personaggi del calibro del cadorino don Luigi Ciotti, Gherardo Colombo, Antonietta Potente, Benedetta Tobagi.

In una piazza di Quarrata gremita di gente, tra i quali il marito e le figlie del ministro Cecile Kyenge, che avrebbe dovuto salire sul palco se non fosse stata chiamata all’ONU, il leader di Tienanmen ha aperto i discorsi ricordando a tutti la sua triste storia di esiliato, rivelando come negli ultimi 3 anni abbia cercato di consegnarsi più volte al regime cinese, essendo questo l’unico modo per fare ritorno in Cina, varcando la soglia delle ambasciate cinesi in varie parti del mondo, venendo sempre respinto sdegnosamente. Kaixi ha sottolineato come i paesi occidentali e la Cina abbiano due concezioni diverse di libertà, utilizzando la metafora dell’aria: “per noi la libertà è come l’aria, non ci rendiamo conto della sua importanza finché non ci viene a mancare, mentre i cinesi vivono ancora senz’aria e si trovano completamente immersi sott’acqua”.

Dalla Toscana Kaixi ha lanciato quindi un appello al governo italiano, ai suoi parlamentari e cittadini affinché continuino a sostenere la via della democrazia in Cina e diano voce a chi combatte quotidianamente per il rispetto dei diritti umani, citando il Nobel Aung San Suu Kyi: “Utilizzate la vostra libertà per donare libertà a chi non ne ha” e Martin Luther King: “L’ingiustizia in qualsiasi parte del mondo è una minaccia per la giustizia in qualche altra parte”.

Qualcuno sostiene che Kaixi potrebbe essere lo studente, ripreso di spalle in una oramai storica foto, che si arrampica su un carro armato nel tentativo di fermarne l’avanzata. Lui ovviamente nega. Ma a distanza di oltre vent’anni è ancora il ricercato numero due del governo cinese. Rifugiatosi prima in Francia, poi negli Usa, Wuer Kaixi, il cui nome in lingua Uighur, l’etnia cui appartiene, significa “uomo che accende la speranza”, vive oggi a Taiwan, dove si è formato una famiglia e dove svolge una intensa attività editoriale per numerose testate straniere, tra le quali il Wall Strett Journal. Fondatore dell’associazione Democracy For China Fund.

Si è dunque trattato di un’ottima occasione per ricordare, nel racconto di uno dei protagonisti, la tragedia di Tien An Men, ma anche di comprendere quale sia oggi il ruolo della Cina, il paese che sta emergendo come la nuova superpotenza mondiale non solo economica, politica e militare, ma anche finanziaria.

di Tatiana Pais Becher