Non un’autostrada ma un collegamento intervallivo che usa la viabilità esistente e, in prospettiva, si spinge sotto il monte Cavallino con un traforo di dieci chilometri che sbocca nella valle di Lienz. Una strada turistica destinata ad aprire l’unico valico internazionale del Veneto.
La proposta è pronta, con tanto di planimetrie, sezioni, profili altimetrici, fotografie e piano finanziario. Ed entro il mese di ottobre la nuova «Intervalliva» sarà presentata formalmente alla Regione perché ne prenda atto e ne dichiari il pubblico interesse. Si tratta niente più che di un progetto di finanza per una superstrada destinata ad aprire un collegamento diretto, attraverso il Veneto, tra Italia ed Austria. Ma a nessuno sfugge che si tratta semplicemente del penultimo tassello (ma l’ultimo italiano) della Venezia-Monaco, il progetto autostradale che il 22 dicembre del 1960 confluì nella costituzione della Società per l’Autostrada di Alemagna che nel tempo acquisì fino a 108 enti pubblici distribuiti nelle province di Padova, Treviso, Belluno, Vicenza, Venezia e Pordenone. Posto in liquidazione da pochi giorni il «contenitore», l’idea in realtà non è mai stata così vicina dalla sua realizzazione.
Il progetto di finanza che sta per essere presentato – capofila le imprese Grandi lavori Fincosit spa, Impresa Mantovani, ma anche Maltauro – prevede il prolungamento dell’attuale Passante Alpe Adria (approvato dal Cipe lo scorso gennaio, i lavori dovrebbero iniziare nel 2014) da Macchietto di Perarolo di Cadore al Comune di Comelico Superiore, in prossimità di Padola. Quaranta chilometri il cui costo dovrebbe superare di poco il miliardo di euro. La maggiore novità è rappresentata proprio dalla possibilità che sia il Veneto ad aprire il cosiddetto «terzo valico» delle Alpi, dopo quelli di Brennero e Tolmezzo. Questa ipotesi taglierebbe fuori del tutto l’attraversamento dell’Alto Adige, che ha sempre trovato nel governatore Luis Durnwalder uno strenuo oppositore, in nome della «intangibilità» delle Alpi e sarebbe «solo» competenza dei veneti. Il traforo del monte Cavallino (2.689 metri sul livello del mare)è naturalmente lo scoglio più grosso, non solo perché è necessario il contributo austriaco ma anche per i costi. Il progetto di finanza prevede un pagamento del pedaggio su tutta la strada, con l’esclusione dei residenti nel Cadore. Il modello di strada è quello della Felbertauernstraße, i 36 chilometri e mezzo (con un tunnel di cinque) che congiungono Lienz a Kufstein. Il pedaggio si paga a una barriera. La strada prevede una corsia per ogni senso di marcia e la realizzazione di una terza corsia in larga parte del tracciato. Con l’utilizzo della sede stradale esistente, risagomata e allargata, sarebbe evitato anche l’ostacolo della Convenzione delle Alpi (approvata dal Senato, ma non dalla Camera) che impedisce l’attraversamento dell’arco alpino con nuove strade di «grande comunicazione». Se fosse realizzato, il collegamento tra Venezia e Monaco di Baviera comporterebbe una distanza di poco più di 400 chilometri e un tempo di percorrenza appena superiore alle quattro ore.

di Daniele Ferrazza
Corriere delle Alpi 21 settembre 2013