Le radici della rinomata Fiera di Ognissanti, “Fiera di Sante”, che si svolge annualmente a Santo Stefano di Cadore i giorni 2 e 3 novembre, affondano nell’antica Borgata Tamber, dove nei tempi lontani avveniva lo scambio di animali e merci. La fiera nata in “Tambar” è menzionata già nel 1150 e citata in un documento del 1256. Questo evento fu istituito per sviluppare i commerci e gli scambi di prodotti agricoli e bestiame con le popolazioni vicine ed inizialmente si svolgeva i giorni 1-2-3-4 novembre. Nel 1862, l’Imperiale Regio Commissario del Regno Lombardo Veneto ordinava che l’apertura della fiera avvenisse il giorno feriale successivo a Ognissanti, per rispettare la festività. Una volta veniva detta “Fiera di animali e merci” e posta alle porte dell’inverno dava la possibilità ai valligiani di vendere i capi di bestiame, soprattutto bovini, e di fare le provviste specialmente di vestiario per tutto l’anno. Occasione unica per i bambini di fare un giro in giostra, di avere qualche giocattolo e il mandorlato, per gli adulti invece, oltre che agli affari, di fare una festa a “castagne e vino”. Per il mercato del bestiame gli uomini della vallata partivano a piedi di mattina presto per portare le bestie mentre le donne scendevano alla fiera nel pomeriggio per fare gli acquisti nei banchi delle mercerie e i bambini potevano acquistare il torrone e i giocattoli.
Oggi la Fiera continua ad essere un evento atteso dalla gente del Comelico, ma anche delle vicine zone del Cadore e della Pusteria, come momento di shopping, ma principalmente come opportunità di incontro. Lungo Via Udine, Piazza Roma, Via Venezia e Via San Candido, rese pedonali ed adornate dai banchetti che propongo svariate merci, si incontra un flusso ininterrotto di persone da tutto il Cadore.