Sono in preparazione settanta cantieri per sistemare 140 chilometri di linea elettrica danneggiata dalle abbondanti nevicate di fine dicembre nella Provincia di Belluno. Prima dell’inizio dell’inverno l’Enel dovrà eseguire la manutenzione straordinaria lungo le linee dell’elettricità di media tensione danneggiate dal maltempo.

Negli scorsi giorni si è svolta in Prefettura una riunione per esaminare le procedure autorizzative necessarie per l’esecuzione dei lavori sui cavi interessati dagli eventi calamitosi. All’incontro, presieduto dal prefetto Giacomo Barbato, hanno preso parte i rapp.resentanti di svariati enti: Enel Distribuzione Spa; Provincia in quanto è l’ente che rilascia le autorizzazioni per realizzare i lavori; Dipartimento Difesa del suolo e foreste – sezione Bacino idrografico Piave Livenza della Regione Veneto; Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici; Anas; Rete Natura 2000.

Nel corso della riunione i rappresentanti di Enel hanno illustrato le tipologie di intervento previste, che consistono in lavori di manutenzione straordinaria (sostituzione di cavi aerei o pali danneggiati), nonché in modifiche degli attuali tracciati, anche attraverso l’interramento della linea. La maggior parte delle linee, per la precisione cinquanta, verrà ricostruita sui vecchi tracciati, mentre le restanti venti saranno realizzate ex novo. Tutte saranno costituite da materiali nuovi e più resistenti, vale a dire cavi cordati, sia aerei che interrati. L’intento, secondo quanto fa sapere Enel, è avviare l’operazione entro fine mese e concluderla appunto prima dell’inverno. Ma tutto dipenderà anche dal meteo e dal tempo delle autorizzazioni ai lavori, il cui importo stimato ammonta a circa 9 milioni di euro. Nel corso dell’incontro, si è fatta anche presente la necessità di valutare l’incidenza ambientale dell’opera, affinché non vada a impattare troppo pesantemente nei confronti degli animali che vivono lungo il percorso dei tralicci.

L’intervento si è reso necessario per ridurre al minimo il rischio del ripetersi di situazioni di black out, che hanno messo in ginocchio la montagna bellunese tra la fine del 2013 e i primi di febbraio.