Il Gruppo Ricerche Culturali di Comelico Superiore, con sede a Dosoledo, nasce il 2 novembre 1984 grazie all’impegno di Arrigo De Martin Mattiò e degli altri cinque soci fondatori. Il gruppo inizia la sua attività raccogliendo materiale fotografico della Val Comelico e curando diverse mostre. Numerose sono le pubblicazioni e le iniziative: come l’allestimento della cellula museale “La Fudina di Fauri”, i sentieri tematici Tròi con le statue di legno che raccontano le tradizioni della vallata e l’apertura dello Spazio Algudnei nel 2011.
Algudnei, inaugurato il 20 marzo 2011 nel palazzo nobiliare di Dosoledo che risale al 1663. Il palazzo, di proprietà della famiglia Zandonella dell’Aquila che ci ha abitato fino alla metà dell’Ottocento, è stato acquistato dalla Regola di Dosoledo che l’ha adibito, nel corso degli anni, a scuole elementari, asilo, latteria, canonica e oggi ospita nella mansarda ristrutturata lo spazio espositivo del Gruppo di Ricerche Culturali. Algudnei, nome nato dall’unione di tre parole ladine Algu (qualcosa) d (di) nei (noi), si distingue perché offre la possibilità di scoprire le antiche tradizioni della vallata utilizzando supporti tecnologici come touchscreens, postazioni video, cornici digitali e pannelli luminosi. Algudnei conta 14 postazioni multimediali, contenenti molti filmati e immagini, ed oltre 200 metri quadrati di pannelli illustrativi. Il progetto è stato curato dallo studio Patchwork StudiArchitettura di Padova a cura degli architetti Viviana Ferrario e Andrea Turato. Per i materiali multimediali hanno contributo gli archivi del Gruppo di Ricerche Culturali e l’allestimento è in buona parte stato effettuato grazie all’aiuto di numerosi volontari locali. La ricerca scientifica è a cura di diversi studiosi ed esperti locali in collaborazione con l’architetto Viviana Ferrario. Lo Spazio è potuto nascere grazie ai contributi finanziari di Cariverona, della Regione del Veneto, della Regola di Dosoledo, che ha ristrutturato l’ambiente, e del Gruppo di Ricerche Culturali che ha messo a disposizione i materiali del suo archivio e raccolto molti altri documenti presso gli archivi di tutto il Comelico e Cadore.
La prima sezione è dedicata alla tradizione della mascaradä (carnevale) uno degli eventi più sentiti e partecipati dall’intera comunità locale. In questo spazio sono raccolte alcune testimonianze dei carnevali di ieri e di oggi e i manichini delle maschere del matazin, laché, paiazu e mascri da vecia che documentano la straordinaria continuità della tradizione che si ripete ogni anno con la sua ritualità. Nella postazione multimediale, attraverso il touchscreen, si possono esplorare tutti i riti del carnevale comelicense, mentre nelle quattro cornici digitali scorrono fotografie del carnevale d’inizio secolo e dei giorni nostri. Un video proietta il ballo tipico (vecia) che il matazin assieme al lachè compie nella piazza del paese durante le giornate di festa.
La seconda sezione tratta il tema delle Regole che in Cadore e Comelico stanno ad indicare un insieme di beni agro-silvo-pastorali (boschi, prati, pascoli) e una comunità di persone (Regolieri) che possiede e gestisce collettivamente questi beni indivisibili, inalienabili e vincolati in perpetuo alla loro destinazione. Le Regole sono attestate nei documenti fin dal XII secolo, ma sono certamente ben più antiche e attualmente ancora attive in Comelico dove se ne contano quindici. Fin dal Duecento vennero formalizzati per iscritto i patti che regolavano l´uso della proprietà collettiva in appositi statuti, detti Laudi. Abolite nel XIX secolo, le Regole del Cadore vennero ripristinate nel 1948 e amministrano ancora oggi il patrimonio comune. In questa sezione sono raccolte alcune notizie sulle proprietà collettive, i laudi, le Regole e il loro rapporto con il territorio. Un filmato racconta la storia millenaria di queste istituzioni e sulla parete, lungo il pannello illuminato, troviamo delle mappe, delle fotografie e dei testi che si succedono, seguendo la linea del tempo, raccontando l’evoluzione delle Regole e il ruolo che rivestono ancora oggi. Tre totem descrivono, utilizzando i termini ladini, le attività della Regola nell’uso delle risorse: il pascolo, il taglio dell’erba, il bosco. Attraverso un touchscreen è possibile leggere il laudo più antico risalente al 1235.
La terza sezione si occupa della vicenda urbanistica del Rifabbrico. Di incendi avvenuti in Comelico e Cadore si hanno notizie risalenti alla prima metà dell’Ottocento. Ma è solo con quello di Padola del 1845 che si avvia la fase del Rifabbrico, una vera e propria pianificazione dei diversi villaggi, che questi fossero parzialmente o totalmente distrutti dal fuoco. Con l’istituzione di apposite commissioni e l’adozione di nuove norme, si cominciarono a ristabilire i criteri di edificazione ed uso di ogni singolo fabbricato. La redazione di questi codici ha segnato il passaggio da un’edilizia spontanea ad una pianificata, facendo acquistare a questi luoghi un carattere completamente diverso. Questa tematica viene raccontata attraverso alcuni pannelli dove è raffigurata la mappa del Comelico con gli incendi e il rifabbrico e tre cornici fotografiche spiegano il perché si è dovuto ricorre ad una pianificazione dell’edilizia.
Indirizzo: Dosoledo (Comelico Superiore)
Contatti: 347.0021283
Apertura periodo estivo e su richiesta
Ingresso gratuito
Servizi laboratori didattici, biblioteca
Sito Web www.algudnei.it
Tratto dalla Tesi di Laurea “Val Comelico, due proposte di sviluppo: la Rete Museale del Legno e la valorizzazione del Patrimonio Artistico” di Marta De Zolt, Università Ca’ Foscari Venezia