Per gli escursionisti con le ciaspe la novità di questo inverno è la Val d’Oten. La sua valorizzazione, che si inserisce nel progetto “Cadore Regno delle Ciaspe”, è opera dell’Unione Montana Centro Cadore e del Comune di Calalzo sul cui territorio si articola la bella valle dolomitica.
L’idea risale a qualche anno fa ed è maturata concretamente nel corso degli ultimi due inverni che però di neve ne hanno vista pochina. Il programma di battitura è stato curato da un giovane appassionato di montagna: Luca Marchese. Fin dalle prime battiture la frequentazione ha cominciato ad aumentare. Con le nevicate di questo inverno il programma è stato perfezionato e le presenze hanno fatto il fatidico salto di qualità e di quantità. Il primo a rendersene conto è stato proprio Luca Marchese che giorno dopo giorno ha avuto modo di registrare il successo dell’iniziativa. Durante le festività natalizie e nei primi fine-settimana dell’anno la pista ad anello che consente di raggiungere il Rifugio Capanna degli Alpini e tornare al Rifugio Pineta percorrendo i cinque chilometri dell’andata e i cinque del ritorno, è stata presa d’assalto. Per molti, che non conoscevano il luogo, si è trattato di una vera e propria avventura vissuta passo dopo passo lungo la Val d’Oten incorniciata dalle propaggini di re Antelao e dalla frastagliata e misteriosa barriera delle Marmarole.
Il percorso della Val d’Oten arricchisce ulteriormente il panorama delle proposte che in questi anni sono state fatte dal progetto “Cadore Regno delle Ciaspe”. Gli itinerari, indicati con il logo delle ciaspe bianche su fondo rosso, sono stati, anche quest’anno, presi di mira da molti escursionisti. Logicamente i più frequentati sono quelli che portano ai rifugi aperti anche nei fine-settimana della stagione invernale. È indubbio che arrivare in un ambiente riscaldato dove si possa anche pranzare, dopo una faticosa risalita con le ciaspe o gli sci con le pelli, diventa una meta ambita. Ecco allora che sono molto gettonati i percorsi innevati che portano al Rifugio Antelao, al Rifugio Chiggiato, al Ciareiodo o al Città di Carpi. E poi la strada che sale da Vodo al Rifugio Talamini e a Zoppè e quella per Malga Ciauta, quelle che da Misurina salgono al Monte Piana e al Rifugio Auronzo, quella che sale in vetta al Monte Rite, quella che porta al Rifugio Padova o quella del Rifugio Città di Fiume.
Articolo tratto da IL CADORE n.2-2018
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