La “rinascita” del Forte di Monte Ricco a Pieve di Cadore sta per compiere un anno. Grazie ad un consistente contributo della Fondazione Cariverona e ad un impegno particolare del Comune di Pieve, dopo 100 anni dalla sua semi-distruzione, il Forte ha ripreso a vivere. La gestione della struttura è stata affidata alle Fondazioni Museo dell’Occhiale e Centro Studi Tiziano Cadore. Durante la scorsa estate il ha ospitato una mostra di arte contemporanea organizzata da Dolomiti Contemporanee. Alla luce anche di questa prima esperienza è emerso chiaramente che per mantenere aperto al pubblico il Forte è necessario far tornare i conti perché, se così non fosse, la struttura sarebbe destinata ad una progressiva chiusura. In questo contesto è senz’altro significativa la proposta del vicepresidente della Magnifica Comunità di Cadore, Emanuele D’Andrea, che, proprio per valorizzare il Forte di Monte Ricco, propone di ospitarvi una “Cittadella della cultura”.

L’idea per la verità non ha fatto clamore ma per qualcuno è parso come un interessante spunto di riflessione.

“Il progetto – precisa D’Andrea – tiene conto che un Museo con caratteristiche adeguate ai tempi non può essere una mera esposizione di materiale, ma deve essere anche un centro propulsore di iniziative a disposizione del pubblico, degli esperti, degli appassionati, degli studenti. Un ulteriore obbiettivo è quello di aiutare a ricostruire, soprattutto visivamente, l’identità storica della collettività cadorina, con particolare riferimento agli ultimi 150 anni, come espressione della cultura, delle capacità locali e anche della tradizione. Dunque, il progetto non deve limitarsi a “parlare delle nostre radici” e neppure a “conoscere ciò che si è perduto”. E ha poco senso anche pensare il tutto “per non dimenticare i segni del passato che scompare” oppure, più semplicemente per fare una bella mostra. Lo scopo del progetto, invece, è quello di creare una esposizione viva che si mette a disposizione di quanti vogliono leggere, studiare ed interpretare il Cadore. Uno strumento vivace per fare storia, fare cultura e fare futuro. Il progetto si articola in 11 sezioni dove vengono trattati i temi del turismo, dell’alpinismo, della pittura, del cinema, della fotografia, della musica. E si arriva persino a dedicare una sezione ad una originale esposizione agli stemmi, alle medaglie e ai distintivi riguardanti il Cadore”. Ed ecco le sezioni museali che darebbero vita alla Cittadella della Cultura.

La sezione relativa al Museo del Turismo, con un suo museo contenente la storia del turismo cadorino che, alle origini nella seconda par te del 1800, passa attraverso la storia dell’alpinismo. Racconterebbe dei primi turisti stranieri e dei primi arrivi di ospiti italiani anima anche della nascita dei rifugi e i club. Il Museo dovrebbe contenere opuscoli, diapositive, fotografie, film, manifesti, diari, oggetti di arredamento, materiale da viaggio. Non si pensi ad una esposizione statica, precisa D’Andrea, ma interattiva, in modo da permettere al visitatore di confrontarsi con le motivazioni, i comportamenti e le aspettative che accompagnano la vacanza.

Il progetto prevede la formazione di un nucleo costituito da tre entità: la Cineteca e la Biblioteca cinematografica, entrambe di interesse provinciale, e la Cineteca Cadorina. Il tutto per evidenziare il rapporto che c’è stato e che c’è tutt’ora tra il cinema e la montagna ma anche per favorire la documentaristica dolomitica.

La sezione relativa alla fotografia dovrebbe comprendere anche le raccolte e la custodia dei Fondi Fotografici fin dall’introduzione della fotografia al 1915. Inoltre dovrebbero essere custodite tutte le testimonianze fotografiche dei pionieri della montagna e le fotografie eseguite in periodo bellico e nel territorio coinvolto dai combattimenti, comprese le zone periferiche. Non dovrebbero mancare le foto del ventennio, con in evidenza la trasformazione del territorio.

La sezione dedicata alla Musica dovrà raccogliere il variegato repertorio cadorino che spazia dagli antichi canti popolari o ecclesiali detti “patriarchini” al canto religioso moderno ai canti corali, dai canti di guerra alle canzonette.

Un impegno speciale del progetto riguarda la costituzione della Pinacoteca cadorina con l’aggiunta di un Museo d’arte moderna e contemporanea.

In fine una sezione della Cittadella potrebbe essere riservata alle medaglie, agli stemmi e ai distintivi dedicati al Cadore.

Il progetto è molto articolato e, oltre ad una bibliografia molto estesa, offre anche le indicazioni dove reperire il materiale.

“La proposta di realizzare una “Cittadella della cultura” – ribadisce l’avvocato D’Andrea – costituisce un consistente contributo alla storia e alla cultura cadorine. Oltre a rappresentare un’opera di salvaguardia per un inestimabile patrimonio culturale può diventare un’ulteriore attrazione turistica, rappresentativa del nostro territorio. E tutti conoscono l’importanza strategica del turismo per l’economia locale. Anche per questo ritengo che il progetto “Cittadella della cultura” dovrebbe essere preso in considerazione il prima possibile”.

 

Articolo tratto da IL CADORE n.5-2018


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