Nel territorio di Comelico Superiore esistono da tempo immemore numerose strade, stradine e sentieri che si snodano lungo i prati e si inoltrano nei boschi. Un tempo questi sentieri, in ladino trói, venivano utilizzati a scopo lavorativo per raggiungere i campi da falciare o da coltivare, addentrarsi nei boschi per le attività boschive, o recarsi presso i fienili e le malghe in alta montagna. Negli ultimi anni il Gruppo Ricerche Culturali di Comelico Superiore ha deciso di risistemare quattro di questi sentieri e di posizionarvi, come in una mostra all’aperto, diverse sculture lignee realizzate da numerosi artisti del Comelico partendo dai bozzetti di Elio Silvestri. Nel corso di quattro ex-tempore, ciascuna dedicata ad uno dei trói, tenutesi a Dosoledo durante le estati dal 2003 al 2006, si sono scolpite tutte le statue. Questi percorsi che collegano i paesi del comune di Comelico Superiore, si snodano in mezzo al verde e agli abitati raccontando le tradizioni e la storia locale attraverso le statue di legno.
Il primo sentiero inaugurato nel 2003 è stato il trói dli mascri (sentiero delle maschere) che parte da Dosoledo e si perde nel verde dei boschi soprastanti. Il Carnevale, una delle tradizioni più sentite in questa zona del Comelico, viene descritto da 14 sculture e il percorso si divide in due sezioni. La prima parte presenta i vari componenti del corteo carnevalesco, un rituale preciso che si tramanda di anno in anno con tutte le sue maschere tradizionali come il lachè, il paiazu e il matazin. La fine del Carnevale e l’inizio della Quaresima viene introdotto da una scultura del Cristo crocefisso che richiama alla faticosa vita quotidiana, infatti le statue che concludono il percorso raccontano delle attività di fatica nei campi.
Il 2004 è l’anno dell’inaugurazione del trói dli tradizion (sentiero delle tradizioni) che dal paese di Candide porta a Dosoledo. Lungo questo percorso, costellato da ben 21 sculture, si percorrono gli aspetti che caratterizzano il sistema delle Regole come i segnu d cedä e i nodi, si passa poi per le tradizioni più sentite come la Mezza Quaresima, il Sabato Santo, la Fiera dei Santi, i Coscritti ed una serie di statue riguardanti altri aspetti della vita quotidiana di un tempo.
Nel 2005 si concretizza il trói di bacani (sentiero dei contadini), il percorso più lungo che da Casamazzagno scende verso Dosoledo e si congiunge con il trói dli mascri. Sono 29 le sculture qui presenti che ci ricordano le fatiche del lavoro nella stalla, nei campi, nei prati e nel bosco. Di queste attività rimangono testimoni i tabià ed i barchi, piccoli fienili di alta montagna, dove il sentiero si snoda passando in mezzo proprio a queste costruzioni perse nei prati e nel bosco.
Nel 2006 viene inaugurato il trói di mistieri (sentiero dei vecchi mestieri) che si compone di 16 statue e che da Dosoledo porta verso Padola. Qui troviamo una serie di sculture dedicate agli antichi mestieri, alcuni scomparsi come lo stagnino, l’arrotino e lo squadratore di travi.
Tratto dalla Tesi di Laurea “Val Comelico, due proposte di sviluppo: la Rete Museale del Legno e la valorizzazione del Patrimonio Artistico” di Marta De Zolt, Relatore prof. Dario Maran, Correlatore prof.essa Stefania Portinari, Università Ca’ Foscari Venezia, AA 2012/2013, CdL Magistrale Economia e Gestione delle Arti e delle Attività Culturali