Con la legge regionale del Veneto n. 32 del 29 novembre 2013 è stato approvato il terzo “Piano Casa” regionale che ha come principale obiettivo il sostegno economico del settore dell’edilizia. Tale sostegno si concretizza nella realizzazione di interventi edilizi tesi alla preservazione, alla ricostruzione e alla rivitalizzazione del patrimonio esistente. Come si legge dalla delibera della giunta comunale di Pieve di Cadore, il nuovo “Piano casa” non contempla però la facoltà per i Comuni di decidere in che limiti e modi applicare le misure adattandole alla realtà territoriale tramite una specifica delibera consiliare. “Inoltre -spiega la giunta comunale- l’abrogazione delle normative che affidavano ai Comuni il compito di delimitare l’applicazione delle deroghe all’interno del proprio territorio è gravemente lesiva delle competenze dei Comuni, esautorandoli della loro competenza di regolamentazione urbanistica dell’assetto e sviluppo dei territori di riferimento”. Per queste motivazioni la giunta ritiene la scelta regionale illegittima in quanto viola sotto molteplici profili le disposizioni della Costituzione che tutelano e garantiscono l’autonomia degli Enti locali. Il problema, si legge nella delibera, è la possibilità che si formino o vengano rilasciati con facilità titoli edilizi in contrasto con gli strumenti urbanistici vigenti o adottati: un esempio è la possibilità di vedersi moltiplicare il numero di edifici con conseguente consumo di suolo, soprattutto agricolo e, ancora, la possibilità di modificare, in modo consistente, il patrimonio edilizio dei centri storici. Per questo la giunta comunale ritiene di informare il Consiglio dei Ministri del contenuto della legge regionale affinché possa assumere le iniziative del caso e delibera che il Sindaco agisca in tutte le sedi per evidenziare le ragioni di illegittimità del terzo Piano Casa della Regione Veneto.

Scarica il testo completo della delibera