Ha fatto colpo, richiamando attenzione e interesse, il decollo del Càdor Hotel Restaurant a Valle di Cadore. Sarà per la sua posizione, sulla statale che porta a Cortina, sarà per il colore che si stacca con eleganza dal contesto urbanistico, sarà perché in un unico contenitore ha concentrato hotel, ristorante, bar, pizzeria e accoglienti luoghi d’incontro, sarà per gli scorci panoramici dolomitici che variano a secondo del piano in cui ci si trova… insomma la sua apertura non è passata inosservata. E i giudizi raccolti tra chi frequenta il Càdor Hotel Restaurant testimoniano una qualità che lo collocano già tra i protagonisti dell’ospitalità in Cadore.

A rallegrarsene per primo è il proprietario del Càdor, il cavalier Francesco Molon, un imprenditore vicentino che opera nel settore dell’arredamento, al quale abbiamo rivolto alcune domande.

Cavalier Francesco Molon, perché ha scelto di effettuare un investimento di questo tipo proprio a Valle di Cadore?

“Valle di Cadore si trova in una posizione geografica eccezionale: a poche curve da Cortina, non lontano dal Friuli e prospiciente al confine austriaco. Parlo dell’Hotel Càdor ma è come se parlassi dell’intero Cadore, un fazzoletto di terra dalle potenzialità immense. Io vi immagino una futura crescita veramente esponenziale sul piano turistico. Ecco il perché di questa mia scelta”.

Visitando il Càdor Hotel ci si rende conto della qualità del servizio che si prefigge di dare. Perché ha puntato su un target alto?

“Nella mia ormai sessantennale esperienza lavorativa nel settore del mobile ho sempre servito la clientela di altissimo livello. Mi sembrava giusta conseguenza continuare su questo filone”.

Del Càdor incuriosisce positivamente l’organizzazione logistica e funzionale della struttura. Ogni piano è organizzato per fornire autonomamente uno specifico servizio al cliente. Perché questa scelta particolare?

“L’idea nasce dall’esigenza di accontentare diversi tipi di clientela. Il tutto però è legato dal desiderio di garantire la qualità. Questo tipo di organizzazione strutturale poi è caratterizzata dalla presenza di tanti servizi di qualità che operano autonomamente ma fanno parte di un’insieme.

È questa la sua forza. Partendo dal piano terra, abbiamo un bar che funziona dalle colazioni all’after dinner, quindi colazioni, snack, tea-time, aperitivi e cocktails. Sempre al piano terra c’è l’enoteca, paradiso per chi ama il vino di qualità.

Un piano di mezzo con una piccola sala riunioni ed un biliardo. Al primo piano c’è il ristorante con una cucina del territorio che rispetta la materia prima di qualità cucinata in maniera semplice. Quindi ecco la nostra pizzeria dove proponiamo un prodotto fatto con farine integrali a lenta lievitazione e maturazione con le migliori farciture.

Sopra ci sono due piani di camere ampie, arredate artigianalmente dalla mia azienda e dotate di ogni comfort e supporto tecnologico. Infine la mansarda, una vera e propria bomboniera con divani, luci soffuse, travi a vista, boiserie inter vallate dalla pietra originaria, a disposizione per riunioni private, meeting e conferenze”.

Altro aspetto che colpisce e resta in memoria è l’arredamento che varia di piano a piano e, pur moderno, molto ispirato all’ambiente montano. È vero che l’ha disegnato e realizzato lei?

“Ho iniziato a lavorare da garzone di falegnameria all’età di 11 anni. Il legno è stato il compagno di tutte le mie giornate. La mia grande passione per la materia mi porta a seguire progetti in prima persona avvalendomi anche di bravissimi collaboratori. E così ho fatto anche per il Càdor”.

Cosa si aspetta dal Cadore?

“Intanto devo dire che io mi trovo bene in Cadore e i cadorini mi piacciono. Quasi tutti i miei collaboratori del Càdor Hotel sono e devo dire che stanno lavorando con grande entusiasmo al progetto.
Dal Cadore e dai cadorini mi aspetto riscontri positivi visto che la struttura può essere un fiore all’occhiello per tutto il territorio. E questo vale anche per le istituzioni dalle quali, sono sicuro, avrò il più ampio appoggio dal momento che i benefici a cui punto io avranno una ricaduta su tutto il Cadore.

 

Articolo tratto da IL CADORE n.4-2018


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