La storia della famiglia Olivotti, maestri gelatieri, affonda le radici in quel Cadore intraprendente che verso la fine del 1800 ha fatto conoscere all’Italia e al mondo quella fantasiosa intraprendenza e quella sconfinata creatività artistica che solo le valli dolomitiche hanno saputo coltivare e tramandare nei secoli.

La gelateria artigiana ha rappresentato uno dei settori nei quali il buon nome del Cadore ha brillato conquistando interi continenti, come abbiamo raccontato nel numero speciale de Il Cadore dello scorso mese di dicembre ricostruendo la storia dei primi gelatieri di Zoppè. Tra i pionieri è doveroso ricordare anche la famiglia Olivotti di Cibiana di Cadore. Negli anni che segnarono il passaggio tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo Valentino Olivotti fece conoscere la bontà del gelato artigianale alle genti di Trieste.

In quegli anni il carrettino del gelato di Valentino Olivotti diventò famoso. Dopo le prime promettenti stagioni arrivarono a Trieste anche il figlio Ignazio e il nipote Arduino. Anche i figli di Arduino Olivotti: Silvestro e Ivo, sono diventati prestigiosi gelatieri ma il desiderio di cercare altre opportunità e di avventurarsi su nuovi mercati, li ha spinti fino in Argenti. E questo avvenne subito dopo la seconda guerra mondiale.

A Buenos Aires i fratelli Olivotti non si accontentano di lavorare con passione per produrre e vendere ottimo gelato artigianale. Insieme mettono a frutto quanto hanno imparato da papà e lo fanno fruttar alla grande. In poco tempo riescono a far riconoscere la specificità del loro gelato con il conferimento di un marchio: Gelato Cadore. Anche le loro gelaterie prendono il nome della terra d’origine. Nel giro di pochi anni il gelato dei fratelli Olivotti diventa famosissimo in tutta Buenos Aires.

Ivo ricorda con un pizzico di emozione la scelta di chiamare le prime gelaterie con il nome della terra dove sono nati, il Cadore. “La nostalgia era grande – ricorda Ivo Olivotti – ed entrando ogni giorno in quei locali veniva spontaneo pensare alle nostre valli lontane, a quella cultura che ci aveva stimolato ad intraprendere quel mestiere che era prestigioso perché, allo stesso tempo, era artigianato, commercio e anche arte. Quanta nostalgia per il Cadore. Ma anche tanta soddisfazione perché lavoravamo con l’estro di chi deve usare la curiosità e la continua ricerca di gusti nuovi. Ecco perché i nostri gelati sono apprezzati per originalità e genuinità”.

Ivo ha 88 anni mentre Silvestro è venuto a mancare nel 1996. È stato proprio lui, Silvestro, a fondare l’Associazione argentina che raggruppa tutti i gelatieri in attività: l’Afadya, che oggi conta oltre 100 mila iscritti. Proprio una bella storia quella dei fratelli Silvestro e Ivo Olivotti.

Ivo, che abbiamo incontrato a Pieve di Cadore in compagnia della moglie Ester, non avrebbe dovuto fare il gelatiere. Il papà Arduino avrebbe voluto facesse l’elettricista. E così è stato. Nel senso che ha studiato fino a diventare elettricista. Ed è stato proprio in quel periodo che ha conosciuto quella che sarebbe diventata sua moglie. Ester era figlia di Arturo Zardus, originario di Peaio di Cadore e titolare di una gelateria.

Ivo e Silvestro sono sempre stati animati da un positivo spirito unitario. Un rapporto eccezionale tra di loro e anche con i collaboratori. Una grande famiglia che ha saputo conquistare stima professionale e umana.

La gelateria “Il Cadore”, fondata dai fratelli Olivotti e situata in Avenida Corrientes a Buenos Aires, è stata giudicata di altissima qualità ed inserita nella rosa delle dieci migliori gelaterie del mondo. La stima, qualificatissima, è del “Food Journeys of a Lifetime” pubblicata ogni anno dal National Geographic. Ad essere premiato, in modo particolare, è stato il gusto “Dulce de Leche”. Una prelibatezza che per raggiungere la perfezione sono necessarie ben 14 ore di lavorazione.

Il riconoscimento ha prodotto tanto orgoglio negli attuali proprietari della gelateria Il Cadore: Gabriel Famà, nipote di Ivo Olivotti, e Doningo Delerba. Sono loro i discendenti degli intrepidi Olivotti che hanno aperto la strada all’arte della gelateria in Argentina.

“Siamo contenti di aver raggiunto questo traguardo di qualità – sostiene Gabriel – È un bell’incoraggiamento al nostro lavoro. Siamo una gelateria che affonda le radici nella storia del gelato artigianale, quello della più autentica cadorinità. E di questo siamo veramente orgogliosi”.

 

Articolo tratto da IL CADORE n.9-2018


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