“Dal ponte di Cancia in poco tempo si raggiungono le Cascate di Borca generate dal Ru d’Assola, alte circa 70-80 metri; sono tra le più alte e spettacolari delle Dolomiti e si collocano in un bosco degno delle numerose figure fiabesche, folletti e e figure della mitologia alpina che lo abitano.”

Così recitano i depliants turistici di Borca di Cadore, paese della Valle del Boite a pochi chilometri da Cortina d’Ampezzo, ma anche questo tassello dell’affascinante puzzle del paesaggio dolomitico sta per scomparire, inghiottito da un impianto di produzione di energia idroelettrica.

Anzi, gli impianti che intendono sfruttare le sue acque sono due: uno sopra la cascata, che prevede di intubare anche la cascata (domanda di Zollet Ingegneria poi ceduta alla ditta Reggelbergbau s.r.l. di Bolzano, che ha a ottenuto la concessione dalla Provincia di Belluno lo scorso novembre) e uno sotto la cascata (domanda delle Regole).

Quale il loro contributo energetico? Insignificante, ma lauti saranno i profitti per gli investitori, che si vedranno riconoscere per ogni Kw tre volte il prezzo di mercato per un periodo di 20 anni, grazie agli incentivi statali alle rinnovabili.

Nella stessa Valle del Boite sono molti altri gli impianti progettati, che interessano i torrenti Rio Orsolina, Costeana (già autorizzati), Boite, Rio Federa, Ru Bosco, Ru Vià del Palo, Ru Costa Brusada, che si sommano agli oltre cento sparsi nel resto della provincia.

Un elenco che diventa ogni giorno più lungo e di cui pochi sembrano accorgersi:
– non il Governo, sordo agli appelli di togliere gli incentivi al mini-idro, unico modo sicuro per eliminare il problema;
– non la Regione, che fino a pochi mesi fa, prima di passare le competenze alla Provincia, ha favorito in ogni modo lo sfruttamento dei corsi d’acqua;
– non la Politica, in altre cose affaccendata;
– non Dolomiti Unesco, che in risposta a numerose denunce e richieste di intervento, lascia intendere di potersi occupare di tutto ma non dell’acqua.

Se ne sono invece accorti molti amministratori comunali (Zoldo, Canale, Voltago, …), mentre altri puntano ancora a dar fondo, assieme ed attraverso il BIM ed Energie Comuni, alle loro ultime risorse, e i comitati, le associazioni, i gruppi di cittadini impegnati nella difesa del Bene comune, che da anni stanno impegnando tempo e risorse per arrestare questo vero e proprio scempio, autotassandosi per decine di migliaia di euro in ricorsi alla Commissione Europea e al Tribunale Superiore Acque Pubbliche.

Il 20 gennaio scadrà anche il termine per presentare osservazioni al progetto di Dolomiti Derivazioni (società che nasce da fusioni e variazioni di denominazione sociale di ditte facenti capo a Zollet e ora Vascellari, Barbini Curti ed altri) sul torrente Costa Brusada, sempre in Comune di Borca, attualmente in valutazione alla VIA regionale.

Le cose vanno come se questo Paese non sapesse più cos’è la Bellezza.

 

Fonte: WWF OA Terre del Piave Belluno e Treviso – Comitato Peraltrestrade